Nel progetto “5 idee per un’Europa più giovane” 11 atenei europei si sono riuniti per promuovere un Presidente Ue eletto direttamente dal popolo, un centro di collocamento europeo, diritti civili e sociali garantiti alla stessa maniera in ogni Paese membro, maggiore mobilità per gli studenti ed una televisione pubblica europea.
«E’ sicuramente un progetto positivo che impiega le energie giovanili europee per la creazione di una federazione che vada al di là dell’austerità alla quale siamo sottoposti in questo momento storico da governi nazionali fallimentari e che cerca di creare quell’unione che non si è ancora realizzata nel nostro continente» afferma Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto.
«Come al solito, però, manca l’idea regina: la lingua federale europea. E allora viene subito da pensare che la prospettiva è sempre quella collaborazionista di un continente colonizzato linguisticamente dall’angloamerica, asservita a quel mercato, finito. Con l’Euro che potrebbe rappresentare l’ultimo canto del cigno federalista» - aggiunge Pagano.
«L’Esperanto non è solo questione europea di lingua federale è, anche, lingua di salvaguardia della diversità linguistica e culturale del pianeta, lingua comune della razza umana, da affermare alle Nazioni Unite.
In questo essa rappresenta un nuovo valore umano, un nuovo diritto per la razza umana: quello di parlarsi liberamente senza vedersi occupato il pensiero da una lingua straniera che costringe a distruggere la propria. L’Europa può e deve divenire nuovamente faro di civiltà e non continente omologato e colonizzato, grazie al superamento dello sfruttamento linguistico e l’affermazione di valori di pace e nonviolenza che, sempre di più, sono oramai carta straccia, quando non igienica».