«Non posso negare il rilievo delle proposte del Presidente francese Hollande per evitare che l’Europa sia cancellata dalla carta del mondo e dall’immaginario dei popoli: un governo economico della zona Euro che si riunisca ogni mese intorno a un unico presidente per discutere le principali decisioni economiche e politiche degli Stati membri, e dare vita in due anni a una piena unione politica europea.
Proposta che presenta numerosi punti di contatto con la strategia che l’Associazione Radicale Esperanto è venuta articolando attraverso 26 anni di studi commissionati ai più grandi esperti del mondo, a cominciare dal Nobel per l’Economia Selten, e tramite l’osservazione della realtà sociale e politica in cui l’Europa si trova immersa».
Commenta così la notizia Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto che prosegue: «Del presidenzialismo invocato dalla Francia l’aspetto più interessante è quello di farne un collante dell’Eurozona, riconoscendo finalmente che il livello di coordinamento fra i paesi che hanno adottato l’Euro deve essere di molto superiore rispetto al blocco di quelli che sono rimasti fuori, in particolare il Regno Unito.
Continua il dirigente radicale: «Il fatto poi che Hollande abbia indicato come necessario che il nuovo governo dell’Eurozona diventi assolutamente politico entro due anni è un’altra ammissione di buonsenso e di intelligenza corredata da altri obiettivi importanti come la lotta alla disoccupazione e l’investimento comune sulle energie rinnovabili e l’innovazione».
Il dirigente radicale infine conclude: «Vorrei fare un’ultima constatazione: gli ultimi mesi hanno dimostrato che in Francia non solo i politici, ma anche i personaggi televisivi sono migliori che in Italia. Hollande farebbe bene ad ascoltare il suo connazionale Antoine de Maximy, il presentatore che recentemente ha detto a chiare lettere che l’Esperanto come lingua federale degli Stati Uniti d’Europa è il primo obiettivo che un Presidente dovrebbe perseguire.
E in effetti, questo fantomatico supergoverno quale lingua si parlerà? Risibilmente l’inglese, dove il Regno Unito nemmeno sarà ammesso a partecipare alle riunioni? O forse si vuole tornare a imporre il francese in Europa? Non lasciamoci ingannare, perché la proposta di Hollande non cada nel vuoto si dovrà decidere chiaramente quale politica linguistica adottare, se si vuole far muovere il popolo europeo bisogna rompere le catene nazionaliste preservando però l’identità linguistica di popoli e minoranze e solo la Lingua Internazionale, l’Esperanto, può farlo, Esperanto che oggi è più antico del cinese moderno.
Bravo Hollande, ma ancora più bravo de Maximy!».