"Fra sepolto tesoro e occulta scienza non c'è gran differenza" recita un famoso proverbio italiano. Se un libro non può essere consultato, in altre parole, è come se non esistesse. Per questo motivo, dopo i documenti relativi alle trasmissioni in esperanto di Radio Roma, l'attenzione dei volontari della Federazione Esperantista Italiana (FEI, http://disvastigo.esperanto.it) si sta concentrando ora anche sulla rivista "L'esperanto", pubblicata dal 1913 ad oggi con due interruzioni. La prima, dovuta alla rotta di Caporetto, jn quanto la casa editrice, Paolet, aveva sede a San Vito al Tagliamento. La seconda interruzione nel 1939, quando la rivista fu sospesa a causa delle politiche di restrizione della carta per riviste e giornali prese dal governo fascista.
A causa della grandissima mole di dati, i lavori sono partiti dalla digitalizzazione di un corpus limitato di pubblicazioni. Si tratta dei "Quaderni k" (editi tra il 1975 ed il 1987) e dei più recenti numeri speciali, dai cui titoli (le lingue pericolose, internazionalità della cultura: aspetti linguistici e pedagogici, il valore educativo della lingua internazionale - l'insegnamento delle lingue straniere nella scuola elementare: un esperimento alternativo, ecc..) si può intendere il carattere monografico di questi quaderni. Il progetto ha l'obiettivo di mettere a disposizione del pubblico attraverso il sito internet della FEI una serie di testi utili a meglio conoscere e comprendere il movimento esperantista.