Il viaggio del mondo attraverso le minoranze linguistiche continua seguendo il corso del fiume Volga. Disvastigo visita il Tatarstan, repubblica autonoma della Federazione Russa, situata alla confluenza del Volga e del Kama, circa 800 km a sud-est di Mosca
I tartari, seconda etnia per popolazione nella federazione russa (dati: 2002), possono essere considerati, insieme ai ciuvasci, i più prossimi discendenti delle tribù bulgare del Volga. Convertitesi nel 921 all'Islam per sottrarsi all'influenza dei Cazari, queste popolazioni all'indomani dell'invasione mongola (1235-1236) si erano amalgamate con le tribù Kipčak giunte al seguito dell’esercito vincitore.
La bandiera del Tatarstan |
Lo stesso etnonimo «tartaro» nasce in questo contesto: dapprima utilizzato per indicare i mongoli, era passato poi a identificare le popolazioni turche che componevano l'Orda d'oro. L'etimologia del termine è controversa e sono state avanzate diverse possibili spiegazioni. Molti studiosi sono concordi nel tradurre -ar(-ir) come uomo, gente mentre tar- si presta a diverse interpretazioni, tra cui:
1) t (arma) – ar (cavallo) - ar/-ir (uomo). Uomo armato a cavallo 2) tar/dar (straniero, “non nostro”) - ar/-ir (gente, popolo). Popolo straniero. |
Disgregatasi l'Orda d'oro, nel 1437 Kazan – l'attuale capitale del Tatarstan - divenne il centro di un Kanato, che gli studiosi tartari mettono in ideale continuità con le istituzioni, la cultura e la popolazione dei Bulgari del Volga. Esteso sugli attuali Tatarstan, Mari El, Ciuvascia, Mordovia, su parte della Udmurtia e del Bashkortostan, è rimasto indipendente fino al 1552, quando le truppe di Ivan il terribile entrarono nella città dopo 2 mesi di assedio.
La bandiera di Kazan |
Se Kazan può essere considerata a livello politico il centro del mondo tartaro, non bisogna dimenticare che soltanto il 36% degli abitanti della repubblica eponima appartengono a questa etnia. I tartari, infatti, culturalmente e demograficamente eccedono i confini del Tatarstan, spaziando dalla Siberia alla Crimea. |