In alcuni paesi del mondo la notizia che più di 100 bambini imparano l’Esperanto non colpirebbe particolarmente. Ma se il paese in questione è l’Inghilterra, casa della lingua inglese adottata come lingua internazionale e che i bambini studiano non in scuole private, ma in scuole elementari statali (frequentate da ragazzi dai 5 agli 11 anni), la statistica s’impone. Tanto più che lo studio della lingua è iniziato nella prima scuola in settembre dell’anno scorso, ma ha già raccolto reazioni favorevoli e entusiastiche sia dagli insegnanti che, ancor più importante, dagli alunni.

Naturalmente i lavori preparatori sono stati iniziati prima di settembre. Già da due anni Angela Tellier, incaricata di occuparsi dell’insegnamento dall’Associazione Esperantista Britannica (EAB), ha elaborato il progetto “Trampolino di lancio per le Lingue” (in inglese “Springboard to Languages”). Aiutata da un piccolo gruppo di insegnanti, disegnatori e altri consulenti, ha pianificato e scritto non soltanto il materiale del corso, ma anche i fogli d’informazione e di propaganda. Inoltre ha avuto contatti con le istituzioni educative e con le scuole stesse. Non è da dimenticare il ruolo dell’EAB che da cinque anni sostiene finanziariamente il progetto, ambizioso e dai costi rilevanti.

 

 

 

Suggerivano l’iniziativa, e l’hanno resa possibile, i cambiamenti della politica linguistica del governo del Regno Unito (se è davvero possibile parlare di politica linguistica del Regno Unito). Dal 1980, a causa dell’introduzione del cosiddetto programma di studio nazionale, non era più possibile insegnare ufficialmente l’Esperanto nelle scuole inglesi. Erano accreditate le lingue dell’Unione Europea e quelle delle etnie minoritarie nel R.U. (per esempio il gallese, il bengalese, il gugiurato). Altre lingue, incluso l’Esperanto, erano permesse a condizione che fossero studiate prima le lingue approvate dal programma nazionale. In conclusione l’Esperanto si sarebbe estinto nelle scuole inglesi se non veniva insegnato durante l’intervallo o nelle ore di attività libere (è da notare che, nella città settentrionale di Skipton, Malcolm Jones aveva suggerito ai suoi studenti di partecipare ad un Congresso Universale e nell’Inghilterra meridionale, a Gloucester, Elizabeth Stanley aveva insegnato a un gruppo di ragazzi della sua scuola.)

Nel frattempo, in parte a causa di una scelta frequente di materie di studio considerate più facili delle lingue (per esempio sociologia, psicologia, mezzi di comunicazione di massa), è diminuito l’interesse per lo studio delle lingue nelle scuole di secondo grado. È andato in panico il governo che aveva deciso che dall’età di 14 anni non era più obbligatorio studiare una lingua straniera (una decisione che è stata criticata dagli intellettuali e che forse, dopo il cambio di governo, sarà ritirata). D’altra parte, per stimolare lo studio delle lingue straniere nei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, il governo in febbraio ha annunciato che nelle scuole secondarie l’insegnamento obbligatorio di almeno una lingua dell’UE sarà annullato in favore di lingue “economicamente utili” (per esempio il cinese oppure l’arabo). In compenso, per il cambio nelle scuole secondarie e per difendersi dai critici, il governo ha annunciato che fino all’anno 2010 ogni scolaro della scuola elementare avrà il diritto di studiare una lingua straniera.

Questa volta il governo non ha insistito sulle lingue approvate. Si deve però considerare che in tante scuole elementari, senza alcuna esperienza pedagogica di insegnamento della lingua straniera, gli insegnanti si sentono nervosi e disarmati davanti alla nuova sfida, e venendo a sapere la possibilità ufficiale dell’introduzione della lingua internazionale nelle scuole del Paese, gli esperantisti inglesi hanno iniziato ad agire. Il risultato è “Trampolino di lancio delle Lingue” che vuole non soltanto insegnare l’Esperanto ma anche presentarlo come una lingua che prepara allo studio di altre lingue nelle scuole secondarie. Sono sottolineati anche i contatti culturali con tutto il mondo che si possono acquisire attraverso l’Esperanto.

Trovare delle scuole pronte a partecipare nella fase pionieristica del progetto non è stato facile. In Gran Bretagna il francese è la prima lingua straniera per motivi storici, non più per motivi economici, culturali oppure di vacanze. Tanti inglesi hanno studiato almeno un po’ il francese e dunque gli insegnanti nelle scuole elementari si preparano a insegnare una lingua straniera provando per la maggior parte a rinfrescare le conoscenze di base del francese. Convincerli a studiare e a iniziare a insegnare una nuova lingua, una lingua che secondo il Ministro dell’Educazione Lord Adonis in una lettera di quest’anno ad un esperantista “non si associa a una cultura particolare”, ci lasciava a volte senza speranze. Ma fino all’inizio dell’anno si sono presentate due scuole elementari intraprendenti con direttrici dalla visone chiara e, detto onestamente, coraggiose, pronte ad accettare il “Trampolino di lancio delle Lingue”.

Applicare i concetti del “Trampolino” in teoria è facile. Un insegnante esperto continua a visitare le scuole. Egli collabora con gli insegnanti e con i bambini. Alla scuola di Bar Hill, nella città universitaria di Cambridge (dove 100 anni fa ebbe luogo il terzo Congresso Universale di Esperanto), va Tim Morley. Due volte alla settimana insegna l’Esperanto per 30 minuti in tre classi. Studiano insieme almeno durante due lezioni anche gli insegnanti e gli insegnanti di appoggio a cui a volte sono messe a disposizione altre opportunità. Un allenamento del corpo insegnante è particolarmente indicato: uno degli obiettivi del “Trampolino” consiste nel fatto che l’insegnante di Esperanto un po’ alla volta si ritiri affinché gli insegnanti del plesso comincino ad essere responsabili delle lezioni di Esperanto. E’ chiaro che un solo insegnante di Esperanto non potrà continuamente insegnare la lingua ai 90 alunni che hanno tra i 7 e 9 anni, nella scuola di Bar Hill. Inoltre, se il progetto “Trampolino” progredisce secondo i piani, insegnanti esperti come Tim saranno richiesti da altre scuole per insegnare ai loro insegnanti.

Certamente un eventuale ritiro della loro guida crea un po’ di paura. Iniziare ad insegnare una lingua sconosciuta fino a poco tempo fa, anche a livello elementare, rende un po’ nervosi. Secondo un’insegnante presso la scuola di Bar Hill, Su Protector, non è facile imparare l’Esperanto perché manca una motivazione personale. Del resto, aggiunge, lei non è una linguista. Un’altra insegnante, Karen Hindmarsh, però si accorge di imparare velocemente. “Mi sono meravigliata che la lingua entri nella testa anche soltanto dopo una mezz’ora alla settimana. D’altra parte”, dice”, non so proprio se in settembre sarò in grado di insegnarla”.

Ma, nonostante qualche piccolo dubbio sulle loro future capacità linguistiche, tutte e due le insegnanti si animano parlando degli effetti positivi del progetto che è partito a Bar Hill soltanto in settembre. Secondo Su Protector: “I bambini ne gioiscono. Tutti vogliono partecipare. Piacciono gli aspetti di collaborazione, del gioco di ruolo e il video di Mazi. Essi acquistano fiducia in sé, anche i bambini che non sono molto in gamba in altre materie e tutto questo va anche a beneficio di altre attività. Ecco un nuovo approccio allo studio di una lingua e quando inizieranno a studiare il francese oppure il tedesco, penseranno: ‘In questo ho già avuto un successo ’.

Dello stesso parere è Karen Hindmarsh: “Non mi aspettavo che i bambini si entusiasmassero così tanto. E non mi aspettavo che i ragazzi meno in gamba potessero leggerlo. Ero del parere che quelli avessero già abbastanza problemi con la lettura in inglese, ma in verità è più facile leggere l’Esperanto e questo li aiuta anche a leggere in inglese.”

Anche la direttrice di Bar Hill, Lin Whyte, prende nota degli effetti collaterali dell’Esperanto che influiscono positivamente sulle altre materie di studio e aiutano particolarmente i bambini meno dotati. Dice: “L’Esperanto è una lingua molto comprensibile. Tutti i bambini, senza tener in considerazione la capacità, sono capaci di avvicinarvisi grazie alla sua struttura. Noi intendiamo usarlo per insegnare altre materie, per esempio la lettura. E anche la numerazione.”

Anche se sono benvenuti i commenti dei professionisti, essi restano soggettivi e ancora senza base scientifica. Ma, grazie all’aiuto finanziario dell’Esperantic Studies Foundation, ricercatori della facoltà di pedagogia della prestigiosa Università di Manchester controllano con rigore e riferiscono sul progetto durante il quinquennio (2007-2012). Si spera che i risultati contribuiranno alle scoperte fatte durante altre ricerche già effettuate nel passato, per esempio a Paderborn negli anni 1970 – 80  e a Monash, Australia, nel 2000.

Ma che cosa pensano del “Trampolino” i bambini che si sottomettono da pionieri a questo progetto, forse il più ampio e importante che sia mai stato lanciato nel Regno Unito? Ola di 8 anni, i cui genitori provengono dalla Polonia e che a casa parlano il polacco, nota che se si toglie la desinenza –o dalla parola “domo”, resta una parola polacca che ha lo stesso significato. “A me piace imparare lingue diverse: è gradevole”, dice.

Piace cantare in Esperanto e fare i gesti che accompagnano le canzoni a Mati che ha 8 anni. “L’Esperanto è interessante e io imparo abbastanza alla svelta”, dice. Ed ecco Matt è colpito in particolar modo dal contatto con la scuola nel Benin iniziato nel quadro del “Trampolino”. Commenta: “E’ scioccante vedere che in Africa alcuni non vedono e non toccano un computer. Io credo che se venissero in Inghilterra, anche loro si meraviglierebbero dell’elettricità che noi abbiamo e che loro non hanno. E se noi andassimo là, alcuni di noi sarebbero molto tristi perché mancherebbero loro i giochi elettronici e i computer.”

Così sono lanciate, ancora in modo ingenuo, ancora in modo non completamente maturo, non soltanto conoscenze linguistiche ma anche una comprensione internazionale. Proprio quest’ultima vuole irrobustire la direttrice Lin White con una visita probabilmente non al Benin, a causa degli alti costi, ma a un paese più vicino, dove i bambini potranno usare l’Esperanto e scoprire altre culture.

A causa del successo del “Trampolino” a Cambridge è facile non accorgersi dell’altra scuola più piccola a Scorton, un villaggio a nordovest dell’Inghilterra, dove 21 bambini dai 7 agli 11 anni hanno iniziato a studiare in gennaio. Anche qui rispondono positivamente sia scolari che insegnanti.  Come a Bar Hill, piace cantare in Esperanto. “S’imparano delle canzoni divertenti”, dice Katje, dieci anni : “Cantare rende allegri e s’impara di più”. E nota il vantaggio dell’Esperanto in confronto con altre lingue:”L’Esperanto aiuta gli uomini a parlare in tutto il mondo”.

E’ Stephen Thompson, ex-presidente dell’EAB, ad introdurre la lingua internazionale a Scorton. Per 25 anni aveva insegnato lingue straniere in scuole inglesi. Così comprende bene che per i bambini in primo luogo è più importante come imparare una lingua straniera invece di concentrarsi su una lingua specifica. In questo senso l’Esperanto ha più successo di qualsiasi altra lingua ed ecco, secondo Stephen, il significato e il valore del “Trampolino”. Lui è molto contento di ritrovarsi in aula: “E’ bene insegnare di nuovo ai bambini: la scuola elementare è il livello giusto per introdurre lo studio di una lingua straniera, e l’Esperanto è la lingua giusta.”

Nella scuola collabora con l’insegnante di classe, Alison Dod. Lei si entusiasma al progetto e si meraviglia di quanto imparano i bambini: “L’Esperanto piace molto a loro perché hanno fatto tanti progressi in un tempo così limitato. Per esempio, ha già fatto comprendere ai bambini come si modificano le parole anche in inglese. In questa maniera acquistano competenze anche nella lingua materna”.

Anche la direttrice a Scorton, Liz Zmith, dà il benvenuto al “Trampolino”. Con piacere annota che il materiale di studio fornisce informazioni generali sulla lingua e sulla grammatica, non semplicemente sull’Esperanto. Sono imponenti, d’altra parte, gli aspetti culturali del “Trampolino”: “Oggi noi educhiamo cittadini del mondo”, dice.

In conclusione: è imponente il progresso del “Trampolino” a cominciare da settembre, quando i primi bambini hanno iniziato a studiare. Sono stati preparati – innanzi tutto dalla instancabile Angela Tellier – alcune decine di sussidi didattici colorati e che piacciono ai bambini; sono in preparazione altri per gli anni futuri del progetto. Si aggiungeranno fogli di propaganda, pagine informative e addirittura CD per informare gli educatori e il pubblico sul “Trampolino”, perché per quanto si può sperare alle due scuole pioniere se ne aggiungeranno altre.

Ecco il progetto che continua a cambiare, che si evolve, che cresce. Gli interessati possono seguire il progresso del “Trampolino” sul sito www.springboard2languages.org, dove è possibile leggere – in inglese – esempi di documenti e altre informazioni.
E’ indifferente come il progetto finirà, è possibile affermare che ha avuto già successo. Presentare l’Esperanto a più di 100 giovani scolari nel Regno Unito rappresenta un trionfo. Forse, in confronto con altre mete raggiunte nel mondo dell’Esperanto, soltanto un piccolo trionfo. Pur tuttavia  in ogni caso un trionfo.

Paul Gubbins

Per l’aiuto nella preparazione di questo articolo l’autore desidera
ringraziare Tim Morley, Angela Tellier, Stephen Thompson e il
corpo docente e i bambini nelle scuole di Bar Hill e di  Scorton.
Testo tradotto da Luisa Madella