Renato Corsetti

Presentazione di Renato Corsetti di tre nuovi articoli di Disvastigo sull’inglese appena tradotti:

L’inglese: minaccia o risorsa per il continente europeo? di Robert Phillipson www.disvastigo.it/approfondimenti_91.htm

L’inglese: cavallo di Troia? di Garbhan MacAoidh

www.disvastigo.it/approfondimenti_92.htm

L’inglese: decadenza di una lingua di William Auld

www.disvastigo.it/approfondimenti_93.htm
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"La lingua angloamericana è diventata veicolo per l'espansione dei valori
della società anglosassone. Condoleeza Rice, Consigliere per gli affari
esteri di George Bush, ha asserito: "Per il resto del mondo è più proficuo
che gli USA curino i propri interessi, poiché i valori statunitensi sono
universali."

Questa e' una delle affermazioni piu' forti che si possono trovare in questi tre
articoli. La citazione viene da uno degli articoli, quello di Robert
Phillipson, che, dopo aver insegnato inglese per il mondo, ha incominciato
a riflettere proprio sul ruolo di cavallo di Troia della lingua inglese.
Nella sua visione la lingua e' il cavallo di Troia, i greci sono gli
americani, gli inglesi sono solo degli alleati dei greci ed anche di poco
conto, i troiani sono tutto il mondo non anglosassone, compresa l'Italia,
ovviamente. Le Cassandre sono poche, ma veramente poche.

In questo ruolo c'e' Phillipson stesso e ci sono gli esperantisti, in
genere qualificati, come lo era Cassandra, di "poveri illusi". Che gran
conoscitore dell'animo umano era quell'Omero! Aveva capito che a nessuno
piace che si chiami a riflettere sulla sciagure prossime. "Finche' la barca
va", diceva una canzone di successo.

Sia Phillipson che i fautori di questo esperanto, lingua neutrale che mette
tutti sullo stesso piano, battono il tasto dei diritti umani e della
discriminazione linguistica a cui sono soggetti tutti coloro che non sono
di madrelingua inglese.
Dicono che si stanno perdendo tutti i posti di lavoro intellettuale per gli
europei di serie B, anche gli italiani. Gli italiani, per esempio, nella
egalitaria Europa da ora devono fare a Bruxelles i concorsi in inglese, e
quindi non vinceranno mai, oppure debbono lavorare in inglese, e saranno
quindi sempre in posizione di inferiorita'.

Nessuno, purtroppo, presta loro attenzione, e se qualcuno e' tentato di
riflettere sulla cosa esce il serpente dal mare e lo ingoia. Il serpente
nella nostra situazione sono quelli che dicono: Io comunque l'inglese lo
imparo meglio di voi, cosi' faccio piu' carriera di voi e divento piu'
ricco di voi.

Accanto a Phillipson ed ai fautori dell'esperanto, c'e' solo qualche
"difensore" della lingua, catalogato come vecchio conservatore e
passatista, da quelli che sono giovani e rampanti e che sanno che Welfare
vuol dire Politica sociale, ma non lo spiegano alla vecchietta assistita
nemmeno se si mette a piangere. Spiegavano forse i preti ai credenti, che
cosa significassero le parole latine delle preghiere? C'e' voluto un
Concilio Vaticano per costringerli. Nel nostro caso forse ci vorra' la
terza guerra mondiale, che probabilmente non fara' in tempo a scoppiare,
perche' prima scoppiera' il pianeta per i problemi ecologici causati da un
tipo di civilta' che non guarda piu' all'uomo ma alla crescita del profitto
aziendale.

Si tratta, secondo Phillipson della stessa logica che porta ad usare
l'inglese come cavallo di Troia di quel tipo di valori.

Un'ultima notazione è per il terzo articolo, di un inglese, William Auld,
poeta in esperanto proposto per il premio Nobel per la letteratura per la
sua produzione di alto valore umano. W. Auld lamenta la decadenza del suo
inglese sulla bocca di tanti non inglesi. E' diventato un'altra cosa, una
specie di esperanto senza l'esperanto: difficile da imparare e non piu'
capito dagli inglesi veri. La disperazione di Auld, inglese, per questo
rifiuto di una soluzione logica, facile, semplice come l'esperanto,
meriterebbe un suo Omero, che la sublimasse in un poema, o lameno
meriterebbe una piccola attenzione dai politici italiani in Italia ed in
Europa.

Renato Corsetti
Universita' di Roma "La Sapienza"

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Renato Corsetti, Via del Castello, 1
IT-00036 Palestrina, Italujo
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