Nel comune di Civita, situato nella parte nord-est della Calabria, si parla ancora l’Arbereshe, l’antica lingua albanese. |
La migrazione più numerosa dei profughi albanesi avvenne dopo la morte di Giorgio Castriota Skanderbeg, il celebre combattente, che, nel XV° secolo, unendo i principati dell'Epiro e dell'Albania, oppose una resistenza, durata 25 anni, all'invasione dei turchi; egli è considerato l'eroe nazionale dell'Albania e a lui è dedicata la Vallje, una festa che si svolge nella piazza principale di Civita il martedì dopo Pasqua; i partecipanti, tra cui gli abitanti del luogo e gruppi provenienti da varie zone appartenenti all'Arberia, celebrano le vittorie dell'antico eroe.
Una leggenda racconta che Skanderbeg, in punto di morte, comandasse al figlio di partire per l'Italia, per sfuggire ai turchi, e gli dicesse anche che, una volta giunto su una certa spiaggia, avrebbe dovuto legare il suo cavallo e la sua spada ad un albero in modo che, ogni volta in cui il vento avesse soffiato, i turchi avrebbero sentito di nuovo il rumore della spada di Skanderbeg e il nitrito del suo cavallo e non si sarebbero più avvicinati.
La popolazione degli Arbereshe è riuscita a mantenere la propria identità nel corso dei secoli anche grazie al ruolo importante che rivestono i due Istituti religiosi, uno situato in Calabria e l'altro in Sicilia, nei quali durante la celebrazione delle messe è stato mantenuto il rito greco-bizantino; tuttavia tra il 1900 e il 1910, con l'emigrazione verso l'America, essa divenne meno numerosa, ma con l'applicazione della legge 482/1999, lo Stato Italiano ha riconosciuto l'Arbereshe minoranza linguistica da tutelare e il Comune di Civita è stato uno tra i primi a istituire lo Sportello Linguistico Comunale relativo alla tutela della lingua.