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“Se la Russia iniziasse ad usare ufficialmente l’esperanto nelle relazioni internazionali, ciò significherebbe disfarsi libermente si uno degli attributi nazionali più importanti, la propria lingua.”

Così argomenta contro l'esperanto l'ufficio del presidente russo Dmitrij Medvedev in risposta alla lettera dell'Unione Esperantista Russa (REU). Nella lettera glie sperantisti esprimevano la loro preoccupazione per la potenza in crescita della lingua inglese e gli ostacoli che l'esperanto incontra nelle scuole russe. La lettera presidenziale risponde a domande del tutto diverse, credendo che gli esperantisti volessero mettere fine all'uso della lingua russa nelle relazioni internazionali.
La lettera della REU era stata spedita al presidente Medvedev il 4 di maggio. In essa il vice presidente della REU Nikolaj Gudskov ed il consigliere Valentin Seguru-Zajcev facevano presente a Medvedev che la nuova strategia ufficiale di sicurezza dovrebbe includere anche le domande linguistiche, soprattutto riguardo alla comunicazione internazionale.
"L'uso dell'inglese ha raggiunto un tale livello che la stessa esistenza delle lingue e culture nazionali è minacciata - oggi quella dei popoli più piccoli, domani di quella dei grandi" affermano i rappresentanti del REU. Nella lettera informano inoltre il presidente del fatto che l'assemblea generale dell'UNESCO si è espressa due volte a favore dell'esperanto ma neanche una volta a favore dell'inglese o di altre lingue nazionali.
La REU fa menzione inoltre dell'Ungheria, dove l'esperanto è la terza lingua studiata per popolarità dopo l'inglese ed il tedesco. Questa situazione contrasta con le scuole superiori russe dove "lingua straniera" equivale in pratica a "lingua inglese". Sono in parte responsabili, secondo loro, alcune persone del ministero dell'educazione con forti interessi con l'inglese.
Per correggere la situazione la REU propone che le domande di lingua e la comunicazione internazionale siano considerate nella nuova strategia ufficiale della sicurezza nazionale. Inoltre gli studenti russi dovrebbero essere obbligati a studiare non una ma due lingue straniere tra cui anche l'esperanto.
Più in concreto la REU propone che sia organizzato un comune seminario con rappresentanti del Consiglio della Sicurezza della Federazione Russa e della REU per elaborare raccomandazioni e soluzioni pratiche.
La risposta alla lettera della REU è datata 15 settembre ed è firmata non dal presidente Dmitrij Medvedev ma dal un funzionario dell'ufficio presidenziale I. Beljajev. La risposta non è stata così elaborata come la lettera della REU ma del tutto routinaria. Essa mostra che l'ufficio del presidente ha dedicato un po' di lavoro per rifiutare le richieste della REU.
"La vostra preoccupazione che la grande diffusione dell'inglese diventi una minaccia all'identità culturale e di conseguenza alla sicurezza dei paesi non anglofoni, inclusa la Russia, è comprensibile e senza dubbio eccessiva", scrive I. Beljajev. Come argomento porta il fatto che perfino negli Stati Uniti ultimamente è permesso l'uso della lingua russa a tutti i livelli nello stato di New York.
La nuova strategia di sicurezza nazionale era stata confermata dal presidente già il 12 maggio e prevedeva che la Russia avrebbe contrastato le minacce alla sicurezza nazionale anche nella sfera culturale, fa presente I. Beljajev.
La lettera rifiuta del tutto le proposte a favore dell'esperanto, rispondendo a questioni che non erano menzionate nella lettera originale della REU - cessazione dell'uso del russo nella comunicazione internazionale e studio obbligatorio dell'esperanto.
Secondo Nikolaj Gudskov, vicepresidente della REU, l'ufficio di Medvedev ha interpretato troppo liberamente le loro richieste.