Interrompiamo la serie dei romanzi esperantisti al 1919 per saltare al 1950. La ragione è che è uscita nel marzo 2014 la traduzione in italiano del romanzo di Cezaro Rossetti Kredu min, sinjorino!, curata dal Circolo Esperantista Milanese, col titolo Mi creda, signora! (traduttori Giovanni Daminelli, Giuseppe Pranzo Zaccaria, Ermigi e Gianpiero Rodari). Cezaro (esperantizzazione di Cesare) Rossetti era nato nella Svizzera italiana, ma poi visse in Scozia, ed era il fratello maggiore di Reto Rossetti, noto nel mondo esperantista per molteplici attività. Il romanzo è quasi un’autobiografia, raccontata in prima persona, ma il protagonista ha il nome Vik, ed è un venditore porta a porta; la sua arte è quella di vendere, soprattutto alle casalinghe (da cui il titolo), qualcosa di cui non avessero bisogno e a un prezzo più alto dei concorrenti; la sua merce consisteva soprattutto in pentolame, la sua arma di vendita era l’insistenza, la sua preoccupazione era difendersi dagli imbrogli frequenti nel mondo del commercio in cui doveva sopravvivere, prima al servizio di padroni esosi, poi come libero imprenditore, fiancheggiato da un certo momento in poi dalla moglie, trovata nello stesso ambiente. La lingua è vivacissima, ricavata dall’esperienza diretta, i clienti, i concorrenti e gli imbroglioni si esprimono con efficacia, il racconto è stringato ma brillante (notevole il capitolo “Non c’è un lui senza una lei”, condensato nell’unica frase “io e Lisa ci siamo sposati”) . Il romanzo fu una rivelazione, perché apriva un genere nuovo e un linguaggio fresco, e godé di un buon successo editoriale, confermato nelle edizioni successive del 1974 e del 1990; la sua prematura morte, nello stesso 1950, fu una delusione per le aspettative del suo pubblico.