Ancora nel periodo fra le due guerre l’impulso dato da Literatura mondo tende ad affievolirsi, e si affacciano nuovi autori, in particolare nell’Europa del nord. Fra questi il più prolifico è lo svedese Stellan Engholm, con diversi racconti lunghi, che nel loro insieme possono costituire un romanzo, il quale si snoda attorno alla località (immaginaria) di Torento (il nome non inganni, non c’è nessun riferimento a un torrente, il toponimo è fittizio). Ci troviamo in Svezia, in mezzo a panorami agresti descritti con attenzione. Il protagonista del primo racconto, Carlo, insieme con altri coetanei, abbandona la campagna, si trasferisce appunto nella città diTorento, diventa un operaio, e comincia ad essere partecipe della lotta di classe in fabbrica. Le speranze di una vita più libera vengono però frustrate anche nella città. Si intreccia una storia d’amore con una ragazza, che nella ricerca di una maggiore libertà si incapriccia di un altro uomo e rimane incinta. Le cose però finiscono bene, il nuovo nato viene, sia pure con certo disagio, accettato in una famiglia che sta uscendo dallo stato patriarcale e anche da Carlo, il lieto fine arriva senza troppe scosse. La storia prosegue con il conflitto fra generazioni conseguente all’inurbamento dei giovani (e le città crescono di dimensione, Torento diventa Grandtorento), con le nuove esigenze collegate con la vita in città, con lo spettro della disoccupazione (gli anni ’30 per ‘industria svedese furono un periodo di crisi), con un inizio di turismo. Complessivamente la vita delle famiglie, che conservano la fisionomia patriarcale, prosegue senza incidenti degni di nota. . Quelli che all’inizio erano ragazzi crescono, ma la loro vita continua a rimanere monotona, e in mezzo a limitati conflitti di classe non si percepisce lo scoppio della seconda guerra mondiale. La partecipazione di alcuni protagonisti al movimento esperantista è accennata senza troppa enfasi.