La vena di John Francis non si era esaurita con "La granda kaldrono", che resta la sua opera principale, e certamente uno dei più riusciti romanzi in esperanto. A vent’anni di distanza, nel 1984, esce "Misio sen alveno" (Missione incompiuta), che riprende un motivo frequente nella fantascienza, il viaggio interplanetario.; se vogliamo cercare un precedente nella letteratura in esperanto, lo troviamo in un racconto di Jean Forge, l’autore di cui abbiamo commentato il romanzo Mr. Tot aĉetas mil okulojn: il racconto è intitolato "La verda raketo" (Il razzo verde) che viaggia anche nel tempo e viene messo in orbita da un gruppetto di esperantisti); la trama è diversa, ma alcune descrizioni delle manovre di partenza ed arrivo mostrano una certa parentela. Qui la missione parte dalla terra, e i terrestri sono aiutati da un alieno, Halman, venuto appositamente dall pianeta Luomo. Ma l’incontro non è idilliaco: Halman ha un atteggiamento molto critico nei riguardi della società terrestre, a cui si rivolge col tono del colonizzatore, perfetto ma privo di sentimenti; si ripete, per certi versi, ma a parti invertite, la situazione di Vojaĝo al Kazoĥinio, di Sandor Szathmari , commentato in altra occasione. Il risultato della collaborazione sembra, malgrado tutto, positivo: viene approntata una navicella spaziale, che approda su un pianeta fino allora sconosciuto; la delusione è grande quando ci si accorge che le condizioni ambientali non sono adatte alla vita umana. Non resta ch ripartire, ma risulta impossibile ritrovare la via del ritorno, e si procederà senza meta in uno spazio-tempo ostile.
Si può considerare un epigono il romanzo breve Ŝamanoj en la kosmo (“Sciamani nel cosmo”), uscito dieci anni dopo; l’autore è Bernard Golden, noto anche come saggista; qui si tratta di viaggi spaziali, di comunicazioni telepatiche fra sciamani che, da pianeti diversi, si parlano in lingue diverse rimanendo in trance.