Discriminazione linguistica nell’unione europea: la commissione pensa a un concorso per funzionari solo in inglese per agevolare i cittadini britannici
Su richiesta del governo britannico, la Commissione europea sta valutando se è il caso di realizzare per i cittadini britannici un esame speciale di accesso alla funzione pubblica europea solo in inglese. Lo riferisce il Financial Times del 20 febbraio scorso.
Le attuali regole del concorso per funzionari europei prevedono che i candidati abbiamo adeguate competenze in altre due lingue comunitarie. Il governo britannico sostiene questi requisiti linguistici sono un ostacolo all’ingresso dei funzionari britannici nell’amministrazione europea, dove la Gran Bretagna sarebbe sottorappresentata. Il governo britannico evidentemente ritiene che, data la posizione sempre più preminente dell’inglese nelle istituzioni europee, è inutile richiedere ai candidati britannici di conoscere altre lingue.
Un concorso privilegiato in inglese creerebbe una discriminazione linguistica antidemocratica e illiberale inaccettabile, e sarebbe un’ulteriore prova che nell’Unione europea oramai esistono cittadini di Serie A e di Serie B: gli anglofoni, una minoranza della popolazione europea che gode del privilegio di essere dispensata da ogni requisito di apprendimento linguistico, e tutti gli altri, cioè l’87% degli europei, ai quali invece si applicano scrupolosamente le regole linguistiche del concorso comunitario.
Il governo britannico è responsabile di questa situazione perché nel 2004 ha abolito l’insegnamento obbligatorio delle lingue straniere nelle scuole del Regno. David Cameron, quindi, non ha che una cosa da fare per incoraggiare i cittadini britannici a partecipare ai concorsi comunitari: fare loro imparare le altre lingue. Le regole in Europa sono uguali per tutti! La Commissione non può fare eccezioni.
Michele Menciassi
Segretario Associazione Nitobe
per la giustizia e democrazia linguistica