Giorgio Pagano: «Bisogna passare dalle parole 'pace' e 'nonviolenza' alla lingua della pace e della nonviolenza»

Alla Marcia della Pace Perugia-Assisi, su invito del Movimento Non Violento, aderirà anche l'Associazione radicale «Esperanto», che ha proposto i moduli «Lavoro euromediterraneo - democrazia linguistica transnazionale» e «Esperanto lingua nonviolenta di pace: perché, com'è, come funziona» al seminario nazionale di preparazione che si è tenuto a Perugia l'1-2 luglio.

«Le potenze anglofone si stanno prendendo tutto il profit: non possiamo regalargli anche il non profit», ha dichiarato il Segretario dell'Associazione radicale «Esperanto». «Bisogna passare dalle parole 'pace' e 'nonviolenza' alla lingua della pace e della nonviolenza, prendendoci la responsabilità di rilanciare in questo 50enario della Marcia un forte ruolo innovativo e alternativo della nonviolenza nella comunicazione. In questo l'Esperanto, lingua internazionale di tutti e ciascuno, è l'incarnazione linguistica dell'omnicrazia teorizzata da Capitini».

«Io personalmente sono d' accordo sul fatto che il tema della lingua sia uno dei nodi culturali, oltre che politico-economici, che dobbiamo affrontare», ha spiegato Flavio Lotti alla trasmissione curata dall'Associazione radicale «Esperanto» su Radio Radicale, «Democrazia Linguistica.it». «Peraltro io dico anche che questa è una questione che accomuna il nord e il sud delle due sponde del Mediterraneo perché l'altra metà della popolazione del Mediterraneo, che è una popolazione araba, rivendica l'uso della lingua araba».