Il 15 dicembre è festeggiato in tutto il mondo dagli esperantisti con il nome di “Z-Tago”, l'anniversario della nascita di L. L. Zamenhof, iniziatore dell'Esperanto. Egli, infatti, constatando quanto le barriere linguistiche si opponessero alla pacifica convivenza nella sua città natale, Bialystok, tra russi, polacchi, tedeschi ed ebrei maturò sin dall'infanzia la volontà di cercare uno strumento per superare ogni divisione. |
Il nome del glottoleta, tuttavia, è legato anche a due progetti filosofici di fratellanza umana, l'Hilelismo e l'Homanarismo, differenti tra loro per le comunità a cui essi si rivolgono: il primo è stato pensato per gli ebrei, mentre il secondo “riguarda tutti i popoli e le religioni”. Zamenhof, prima dello scoppio del primo conflitto mondiale, lanciò un ultimo disperato “Appello ai diplomatici”, invocando il rispetto dei diritti di tutti i cittadini dei singoli stati a prescindere dalla loro etnia, perché “ogni paese deve appartenere moralmente e materialmente a tutti i suoi abitanti naturali e naturalizzati, qualsiasi sia la loro lingua, religione o supposta provenienza”.
Zamenhof si è spento il 14 aprile 1917, assistendo al crollo del suo sogno di fratellanza tra i popoli. I suoi ideali, però, vivono ancora nell'Esperanto, parlato nel mondo da una comunità di diversi milioni di persone. La lingua, infatti, si propone seconda lingua per tutti, patrimonio non di un singolo popolo ma di tutta l'umanità.
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L'Esperanto – 27esima tra le lingue più usate in Wikipedia – è cresciuto in importanza e in popolarità: trasmissioni radio in questa lingua sono trasmesse regolarmente da emittenti cinesi, brasiliane, cubane e vaticane. L'Unesco ha dedicato 2 risoluzioni, Montevideo (1954) e Sofia (1985), alla lingua iniziata da Zamenhof e dal 1954 l'Associazione Universale Esperanto ne è membro consultivo, quale organizzazione non governativa permanente.