Il movimento esperantista mondiale si unisce alle celebrazioni
della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, approvata
dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. In più di 60 anni il
concetto dei diritti dell'uomo si fa strada ovunque nel mondo in
mezzo a difficoltà di ogni tipo. C'è chi nega all'uomo persino i
suoi diritti all'esistenza ed alla salute nei paesi poveri e c'è
chi nega i diritti sociali al lavoro ed alla dignità anche nei
paesi ricchi. Perciò la battaglia per i diritti umani è una
battaglia universale, che non può e non deve cessare.
L'Associazione Universale Esperanto, come anche la Federazione
Esperantista Italiana, promuove e sostiene in particolare i
diritti linguistici dell'uomo. Ciascun individuo deve poter usare
la propria lingua madre nella maniera quanto più vasta possibile,
nella scuola, nei mezzi di comunicazione di massa, nei rapporti
con gli uffici pubblici. Non ci sono lingue grandi e lingue
piccole, come non ci sono culture grandi e culture piccole. Anche
dal punto di vista linguistico-culturale gli uomini nascono
uguali.
L'esperanto, infatti, nasce come una seconda lingua per tutti da
utilizzare nelle comunicazioni tra persone di diverse comunità
linguistiche. L'uso di una lingua internazionale neutrale non
etnica garantirebbe la parità dei diritti linguistici, non
stabilendo alcun rapporto di gerarchia. Per questo l'Associazione
Universale Esperanto e la Federazione Esperantista Italiana
sostengono la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo,
http://www.ohchr.org/EN/UDHR/Pages/SearchByLang.aspx, che tra
gli altri diritti sancisce all'art. 2 il diritto a non essere
discriminato in base alla lingua.