Sono già diversi i parlamentari che hanno aderito alla petizione “No question time” lanciata venerdì scorso dall’Era, per sostituire la dicitura inglese “Question Time”, con cui si indicano da anni le risposte del governo alle interrogazioni parlamentari, con un’analoga espressione italiana.
Le adesioni sono arrivate finora da deputati di partiti diversi e spesso schierati su posizioni opposte. Alcuni di loro hanno aggiunto alcune righe di commento per motivare la loro partecipazione: in particolare la Vicepresidente della Commissione Cultura alla Camera, Paola Frassinetti (Pdl), auspica che “in futuro ci sia maggiore attenzione da parte di tutti, affinché la nostra lingua venga tutelata così come si tutela il patrimonio artistico”, mentre Vincenzo D'Anna (Popolo e Territorio) ha aggiunto che “tutto quello che va nel senso della 'miglior comprensione' da parte dei cittadini va sostenuto, senza se e senza ma".
Altre adesioni “illustri” sono arrivate da: Massimo Donadi (Misto- Diritti e Libertà), Remigio Ceroni (Pdl), Roberto Menia (Futuro e LIbertà), Marco Pugliese (Misto-Grande Sud- Ppa).
L’Associazione Radicale Esperanto ha attivato inoltre la possibilità di aderire alla petizione online sul proprio sito, invitando tutti a partecipare. «E’ assurdo che un Paese decida di rinunciare spontaneamente alla propria lingua a partire addirittura dal suo Parlamento, il luogo principe della rappresentanza democratica, che per primo dovrebbe tutelare l’identità italiana, e quindi anche la lingua», spiega Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione.
«I cittadini italiani, ed europei in genere, sono già sottoposti da oltre sessant’anni ad un processo di colonizzazione linguistica e culturale, avvenuta soprattutto attraverso la comunicazione di massa, ma oggi sempre più anche attraverso le stesse istituzioni politiche e culturali. Si sta rinunciando perfino all’alta formazione in lingua italiana, come dimostra il caso del Politecnico di Milano, che dal 2014 vuole sostituire totalmente i corsi di laurea magistrali in italiano con quelli in inglese. Sembra che l’unica cultura, e addirittura l’unica alfabetizzazione possibile, sia quella in inglese, che non solo esclude la maggioranza degli italiani, condannandoli all’ignoranza, ma porta ad un appiattimento globale che si fa passare per internazionalizzazione.
Solo qualche giorno fa, Roberto Benigni ci ha ricordato l’importanza dell’art.6 della Costituzione, che tutela le minoranze linguistiche nel nostro Paese, quindi a maggior ragione la lingua della maggioranza, che è l’italiano. E come non ricordare Camilleri che vede i dialetti come linfa vitale, radici sulle quali cresce la quercia dell’italiano, sempre più messo a morte da classi politiche e accademiche corrotte. Invitiamo dunque tutti ad aderire alla petizione “No Question Time”, per non perdere di vista la lingua come parte fondamentale del nostro patrimonio culturale, quello che ci fa essere un popolo e non solo consumatori!», conclude Pagano.
Per firmare: http://www.patriaeuropea.it/100/it/petizione
Dichiarazioni di adesione
“La globalizzazione è senza dubbio un fenomeno negativo per la nostra lingua, in quanto anche la lingua subisce questo influsso e pertanto l’inglese e lo spagnolo sono destinate ad avere prevalenza sulle altre. Persino i francesi, sempre attenti a combattere il monopolio della lingua inglese, hanno dovuto prendere atto di questo predominio.
É prima di tutto la scuola il luogo dove i giovani dovrebbero essere incentivati ad amare la loro lingua. É necessario sensibilizzarli sul pericolo che l’italiano venga contaminato da eccessive introduzioni di termini stranieri e progetti specifici potrebbero essere presentati in tal senso anche dagli enti locali e dalle Istituzioni.
Se si dovesse continuare con l’immobilismo che ha caratterizzato la tutela dell’italiano fino ad ora, è indubbio che si andrebbe incontro ad un grave rischio di dispersione del nostro patrimonio linguistico.
Si spera che in futuro ci sia maggiore attenzione da parte di tutti affinché la nostra lingua venga tutelata così come si tutela il patrimonio artistico.”
On. Paola Frassinetti (Pdl), vicepresidente della Commissione Cultura alla Camera
“Vi do il mio pieno sostegno per questa lodevole iniziativa sottoscrivendo la petizione...
On. Marco Pugliese (Misto-Grande Sud- Ppa)
"Aderisco convinto" spiega D'Anna. "D'altronde - aggiunge - sono da sempre per la semplificazione. E tutto quello che va nel senso della 'miglior comprensione' da parte dei cittadini va sostenuto, senza se e senza ma".
On. Vincenzo D'Anna (Popolo e Territorio)
No question time, diciamolo in italiano! Successo bipartisan per la petizione dell’Era
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