La Dichiarazione di Vienna dell'associazione Internazionale degli Insegnanti di Francese

La dichiarazione della Associazione Internazionale degli Insegnanti di Francese è la prova che ormai in Europa c’è una lingua padrona, l’inglese, e tutte le altre. Se il multilinguismo portato avanti dalla Unione Europea è solo di facciata, per meglio nascondere quello che sta succedendo effettivamente, sarebbe ora che tutti capissero, che l’unica possibilità di resistere al rullo compressore americano, è fare fronte comune. O si salvano tutte le lingue: nazionali, minoritarie ed anche l’esperanto ed il latino, lingue internazionali per definizione, o non si salva nessuno.

Solo l’unione di tutti potrebbe permettere di resistere. Chi pensa di salvarsi da se’ (ed i francesi finora lo pensavano) sbaglia. Chi pensa di assimilarsi al forte di turno, e gli scandinavi lo pensano, sbaglia e fa una cosa moralmente criticabile. L’unica soluzione è l’uso di una lingua neutrale (latino o esperanto) a livello internazionale e l’accanita difesa di tutte le lingue e le varietà di lingue, piccole o grandi.

Renato Corsetti

Università di Roma, La Sapienza.

Il seguente documento è pubblicato in versione originale, in francese, sul sito della FIPF (Fédération Internationale Professeurs de Français) alla pagina  www.fipf.org/vienne2006.htm   

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Dichiarazione di Vienna

 

Facendo riferimento alla convenzione dell’Unesco sulla protezione e la promozione  della diversità delle espressioni culturali, in cui è specificato che la diversità linguistica costituisce un elemento fondamentale della diversità culturale

Considerando che le lingue appartengono al patrimonio dell’umanità

Ricordando che le lingue non sono solo strumenti per il commercio ma anche veicoli “d’identità, di valori e di senso”

Constatando che i processi di mondializzazione rappresentano una sfida alla tutela della diversità linguistica

Considerando che ogni stato ha il diritto di promuovere la propria cultura e la propria lingua

Sottolineando che l’insegnamento di una sola lingua straniera privilegia , nei fatti, l’insegnamento dei soli modelli culturali veicolati da questa lingua e che la possibilità di scelta di un’espressione culturale fa parte delle libertà fondamentali dell’individuo

Ricordando che la conoscenza delle lingue vicine facilita la collaborazione e l’integrazione regionale

E  convinta peraltro, che l’apprendimento delle lingue sia un elemento fondamentale della formazione e dello sviluppo delle funzioni cognitive come pure dell’individuo in  quanto cittadino del mondo

La Federazione Internazionale dei Professori di francese, che riunisce 180 associazioni di professori di tutte le nazionalità (160 paesi di tutto il mondo), col consenso delle associazioni europee che ne fanno parte e che  constatano un regresso del plurilinguismo nei sistemi educativi europei,


                                                       lancia un solenne  appello

a tutti gli organismi che si adoperano per la diversità culturale e a tutti i governi, affinché l’insegnamento di più lingue, come voluto dal principio di diversità culturale, sia effettivo.

A tale scopo chiede espressamente ai governi che hanno approvato la convenzione dell’Unesco sulla diversità culturale di prendere le misure necessarie e di attivare  adeguati provvedimenti.

Gli Stati devono sollecitare le autorità educative:

a  promuovere  presso i genitori l’apprendimento di più lingue e non di una sola lingua

a  consentire un accesso equo, cioè gratuito, al maggior numero possibile di lingue e, in ogni caso, ad almeno due lingue vive oltre la lingua materna e ciò in tutte le scuole, ivi compresi i licei e gli istituti ad orientamento tecnico  o scientifico.

a  valorizzare le lingue, in quanto discipline, nelle valutazioni e nei curricula , alla stessa  stregua delle altre materie

a  stabilire un meccanismo interno di vigilanza sul plurilinguismo, per controllare l’accessibilità  a queste lingue

a  trovare delle valide soluzioni per salvaguardare, anche in situazioni di effettivo inferiore al normale, le classi in cui vengono insegnate le lingue per le quali la domanda attualmente diminuisce, così come le cattedre degli insegnanti

ad  avviare corsi di formazione per ampliare la gamma delle lingue proposte

ad assicurare, imperativamente, la formazione continua degli insegnanti di lingua e, a tale scopo, rendere accessibili i corsi all’estero  grazie, ad esempio, ad accordi di cooperazione educativa tra i diversi paesi

a facilitare la mobilità dei professori e degli studenti

ad organizzare scambi professionali internazionali e la condivisione delle pratiche

a rinforzare  le relazioni internazionali a tutti i livelli di insegnamento

Gli Stati debbono  prendere accordi urgenti  per applicare, in tutti i paesi europei, una politica comune per la promozione delle lingue: sollecitando, all’occorrenza misure finanziarie o provvedimenti legali

obbligando le imprese a rispettare la lingua nazionale nel mondo del lavoro e ad esigere due lingue straniere per le assunzioni

sviluppando gli scambi culturali, le importazioni di prodotti culturali, le traduzioni e le sottotitolazioni

stabilendo rapporti tra azioni culturali e mondo della scuola

creando un ambiente culturale e, in particolare, mediatico multilingue, con un facile accesso alle reti televisive e ai programmi radiofonici in lingua straniera

facilitando, sul piano delle formalità alle frontiere, la mobilità degli universitari e degli insegnanti

sviluppando sempre di più per i giovani, meccanismi di borse di studio e di lavoro temporaneo all’estero, nella grande Europa

Proposta

La FIPF si propone di avviare la creazione di un osservatorio di vigilanza del plurilinguismo con l’eventuale collaborazione di altri OING e di altri organismi. Questo osservatorio produrrà un rapporto annuale  che sarà valutato dagli organismi coinvolti, rappresentati al congresso europeo del 2 novembre 2006.

Approvato all’unanimità a Vienna il 4 novembre 2006

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