Il popolare quiz "Cosa, dove, quando" del canale televisivo Armenian TV è in questi giorni al centro di una polemica politica in Armenia. Lilit Galstyan, un membro del partito d’opposizione Federazione Rivoluzionaria Armena (Dashnaktsutyun), ha protestato contro la conduzione del programma in russo senza sottotitoli; questo sarebbe, secondo le sue parole, una violazione della legge armena. Il quiz, in onda per molti anni nella televisione armena, è un adattamento di un simile spettacolo creato durante l'era sovietica e popolare nella televisione russa fin dagli anni settanta.
Secondo la legge armena per la televisione e la radio, programmi o film in lingua straniera dovrebbero essere mostrati nella televisione armena soltanto quando viene fornita un'interpretazione oppure traduzione simultanea. Tuttavia, la legge è spesso disattesa nel caso della lingua russa, che è ampiamente parlata in Armenia fin dall'epoca sovietica, anche se non è più lingua di stato dopo il crollo dell'Unione Sovietica.
Rispondendo ai commenti di Lilit Galstyan, Karen Kocharyan, il produttore della versione armena di "Cosa, dove, quando," ha detto che il programma non ha violato la legge, che consente che il 20 per cento dei programmi sia realizzato nella lingua delle minoranze etniche , e i russi sono ufficialmente una minoranza etnica in Armenia.
La critica al popolare programma avviene in un momento molto delicato nella piccola repubblica caucasica, perché molti membri dell'opposizione in Armenia temono che ci sia un serio rischio di perdita di sovranità dopo la decisione del governo di aderire insieme con la Bielorussia, il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan a un'unione doganale condotta dalla Federazione Russa. Altre polemiche si sono verificate non molto tempo fa, quando, durante l'incontro con il collega armeno nel mese di settembre, il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di iniziative culturali che Mosca realizzerà in Armenia nel prossimo futuro, tra cui l'apertura di un liceo russo e di una filiale dell’Università Statale Moscovita nella capitale Yerevan.
La questione è stata al centro dell'attenzione pubblica dal 2010, dopo l'adozione del progetto di legge sull’apertura di scuole di lingue straniere in Armenia. Il decreto ha rimosso in effetti un divieto di 20 anni, imposto durante i primi anni di indipendenza.