Sono felice di poter indirizzare queste parole di sostegno ai partecipanti del 103° Congresso Universale dell'UEA. Avete l'opportunità di riunirvi in questa bellissima città di Lisbona, una città con una grande storia, che fu eretta al crocevia di diverse culture, una città aperta al mondo, all'estremità occidentale della penisola iberica. Non ho dubbi che questa cornice eccezionale riuscirà ad ispirarvi degli interscambi fruttuosi. Come sapete, l'UNESCO sostiene l’insegnamento dell'esperanto da molti anni. E' noto che la nostra Organizzazione condivide con il Movimento esperantista dei valori comuni: la speranza nella costruzione di un mondo in pace, la coesistenza armoniosa tra i popoli, il rispetto della diversità culturale, la solidarietà oltre le frontiere. Il cemento di tutti questi valori è la capacità di dialogare, ascoltare, condividere. Le lingue sono il vettore che rende possibile questo dialogo; esse costituiscono quindi lo strumento essenziale per raggiungere gli obiettivi che noi dobbiamo concretizzare, come anche per difendere i nostri valori.
Noi dobbiamo difendere le lingue, soprattutto le lingue rare, le lingue autoctone, che ora sappiamo estinguersi al ritmo di una ogni due settimane. Questa è una perdita gigantesca per il patrimonio dell'umanità. Dobbiamo difendere maggiormente il plurilinguismo nell'istruzione con delle politiche pubbliche adeguate, ma anche nello spazio virtuale della Rete, affinché sopravviva la diversità linguistica e culturale di tutti i gruppi umani. E' importante che ognuno riesca a rimanere in contatto con la propria storia, la propria identità e le risorse simboliche della sua comunità d'origine. Questa attività dell'UNESCO è anche la VOSTRA azione. Perché l'Esperanto non vuole cancellare il grande numero di lingue parlate nel mondo; al contrario, rappresenta lo strumento adatto per comunicare nel rispetto di tutte le lingue, sia minoritarie che maggioritarie. Esso permette l'esistenza di una comunità di parlanti indipendenti da ogni egemonia economica, politica o culturale. Parlare in esperanto è elevarsi al livello di una coscienza cosmopolita, è essere un cittadino del mondo – senza lasciare i propri legami particolari. Il tema scelto per il vostro congresso di quest'anno è: "Culture, lingue, globalizzazione: dove andiamo? » La direzione da scegliere è certamente quella che il vostro Movimento e la nostra Organizzazione mostrano da anni: essere coinvolti sempre più per salvare e far vivere questa parte essenziale del patrimonio immateriale dell'umanità: le lingue. Difendere la diversità linguistica e incoraggiare l'educazione plurilingue. Così riusciremo a costruire un mondo più aperto, più inclusivo e in pace. « Molte voci, un mondo » Ecco lo slogan della nostra famosa pubblicazione "Il Corriere dell'UNESCO". « Multaj voĉoj, unu mondo », così si traduce in esperanto questo ideale, che abbiamo noi e voi, e che sta sulla versione della nostra rivista, che ora è pubblicata in esperanto: UNESKO-KURIERO. Infine voglio trasmettere, a nome dell'UNESCO, auguri di cuore per il successo del Vostro congresso. Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell'UNESCO