Oggi a Trieste è stato ufficialmente inaugurato il congresso italiano di Esperanto, a cui il commissario europeo Vytenis Povilas Andriukaitis ha inviato un suo messaggio di saluto, che riportiamo qui di seguito. La Federazione Esperantista Italiana ringrazia e sottolinea la validità dell'esperanto come mezzo di intercomprensione tra i popoli.
Mi fa molto piacere congratularmi e inviare i miei auguri al comune congresso dell'Unione Esperantista Europea e della Federazione Esperantista Italiana a Trieste. Mi spiace che non mi è stato possibile accettare il vostro cortese invito di essere lì con voi, ma i miei impegni di lavoro non me lo permettono.
L'esperanto progredisce lentamente ma in modo costante. La Polonia e la Croazia hanno formalmente riconosciuto l'esperanto come eredità culturale immateriale di questi stati e dell'Europa. Amici, esperantisti, miei connazionali, lituani, e in Slovacchia stanno dandosi da fare per raggiungere un analogo risultato.
Una delle maniere più efficaci per promuovere l'esperanto è il metodo propedeutico, l'utilizzo di brevi corsi di esperanto per migliorare e spronare lo studio delle lingue in generale. E' generalmente riconosciuto che lo studio di una lingua con risultati positivi favorisce il successivo studio di altre lingue. E' difficile dimostrare che i corsi di esperanto siano più efficaci per migliorare l'apprendimento linguistico rispetto a corsi di altre lingue straniere, ma per noi, che abbiamo studiato l'esperanto, è assolutamente logico. Tale lingua ha una struttura lineare, senza eccezioni, e una grammatica immediatamente comprensibile. Tutte queste caratteristiche contribuiscono ad un rapido apprendimento, e il successo in tale studio contribuisce al successivo apprendimento di altre lingue. E, come si dice, nulla ha maggior successo del successo. Sono soprattutto felice, che il vostro congresso a Trieste prenderà dettagliatamente in esame il progetto di questa regione europea, che ha come scopo il miglioramento del livello linguistico in generale.
L'acceleratore plurilingue è un progetto del programma Erasmus+ finanziato dalla Commissione Europea, in cui nove partner di sei diverse nazioni creano un programma di studio per alunni di otto, nove anni delle scuole elementari in Bulgaria, Croazia e Slovenia. Tale progetto permette ai docenti di lingue straniere di insegnare l'esperanto come lingua propedeutica, per questo è stata scelta con molta attenzione una parte di esperanto con lo scopo di accelerare e migliorare il successivo studio di altre lingue straniere. L'importantissima novità è che il progetto è rivolto agli insegnanti, che non conoscono l'esperanto, e può essere realizzato da loro dopo un tirocinio di una settimana.
Il progetto è ora nella fase finale di svolgimento e tutti i suoi scopi sono stati raggiunti. Dopo una prova sperimentale di un anno in tre scuole elementari sia gli studenti che i loro genitori, e ovviamente gli insegnanti, si sono dichiarati entusiasti per il successo dell'apprendimento. I metodi di insegnamento sono moderni e utilizzano computer facilmente usabili. I ragazzi imparano svolgendo esercizi al computer, dialogando e presentando delle scenette. Al suo completamento, il progetto sarà presentato in otto lingue e quindi utilizzabile in dieci paesi europei. Quindi il nuovo corso annuale potrà potenzialmente raggiungere miglioramenti significativi per l'insegnamento di una seconda o terza lingua nelle scuole, e porterà un significativo contributo alla realizzazione della politica di multilinguismo della UE, approvata dal Consiglio Europeo a Barcellona nel 2002, che tutti i cittadini studino la propria e altre due lingue.
Uno dei più ambiziosi progetti linguistici finanziati dalla è finito lo scorso anno. Il progetto mobilità e inclusione in un Europa multilingue (MIME) è stato veramente complesso. È durato dal 2014 al 2018, ha coinvolto 22 università in 16 stati europei includendo ricerche di oltre 70 esperti di 11 diverse discipline, dall'economia all'educazione, le finanze, il diritto, scienze politiche, filosofia politica, psicologia, sociologia, sociolinguistica traduzione e geografia urbana. Esso ha prodotto oltre 1500 pagine di relazioni scientifiche e oltre 60 pubblicazioni scientifiche specificatamente dedicate ai risultati del progetto.
La sezione del MIME vademecum dedicata al l'esperanto è particolarmente illuminante e se ne dovrebbe richiedere un'attenta lettura a tutti coloro che hanno un ruolo nell'ideare le politiche dell'educazione. Essa descrive l'esperanto come "una lingua viva con un grande potenziale, che è molto più facilmente imparabile di altre lingue straniere", e "efficace ed espressivo mezzo di comunicazione transnazionale, che permette alti gradi di inclusione". Dichiara chiaramente che "i sistemi educativi non devono ignorare l'esperanto" e formula quattro specifiche raccomandazioni politiche:
- Le lingue pianificate e l'interlinguistica siano assunti come campi di istruzione e di ricerca nelle università.
- Bisogna creare materiali didattici professionali per insegnare l'esperanto nelle scuole
- L'esperanto deve essere proposto come lingua straniera in alcune scuole selezionate in Europa, come parte di un progetto coordinato per constatarne il valore su grande scala e nel tempo. Questo richiederà dei corsi per docenti per ogni scuola partecipante al progetto con norme che ne garantiscano l'alta qualità dell'insegnamento cime per le altre lingue straniere.
- Ogni evento per il progredire dell esperanto dovrebbe essere accompagnato da una campagna informativa su vasta scala, che renda cosciente il pubblico generale del fatto, che questa lingua è già usata in tutto il mondo regolarmente da persone di diversi ceppi linguistici.
L’importanza della ricerca del MIME non deve essere sottovalutata. È forse la prima volta che così tanti esperti di così tante prestigiose università hanno riconosciuto il valore dell’esperanto. La nostra lingua gioca un ruolo importante, non soltanto nell’educazione Europea, ma anche nel progredire della mobilità ed inclusione, contribuendo decisamente all’integrazione europea. Essa permette ai cittadini europei di utilizzare e valorizzare le proprie lingue, comunicando contemporaneamente in modo facile con tutti gli altri europei. Come ha scritto il brillante poeta esperantista Antoni Grabowski:
"Ed ugualmente fedeli al domestico altare,
Ci sentiamo figli di tutta l'umanità."Vytenis Povilas Andriukaitis