Risoluzione del 5° Congresso dell´Unione Esperantista Europea

 Risoluzione del 5° Congresso dell'Unione Esperantista Europea

(Verona, 23-28 Agosto 2002)


Il 5° Congresso dell'Unione Esperantista Europea, riunito a Verona (Italia)
dal 23 al 28 agosto 2002, esaminata l'attuale situazione linguistica in
Europa, anche in vista dei prossimi allargamenti dell'Unione Europea,
afferma l'importanza per l'Europa, e per tutto il mondo, di una effettiva
eguaglianza linguistica e della salvaguardia della diversità delle lingue.
Inoltre, il Congresso esprime il suo completo accordo con i principi di
parità linguistica e di salvaguardia della diversità delle lingue, che sono
già espressi nei diversi trattati, nelle leggi e nelle costituzioni, a
livello nazionale, internazionale e dell'Unione Europea, e specificamente
con le Conclusioni del Consiglio dei Ministri riuniti a Lussemburgo il 12
giugno 1995 su "Diversità linguistica e Plurilinguismo nell'Unione Europea"
e confermati nel gennaio 2002.
Il congresso deve tuttavia notare che negli ultimi anni la discriminazione
linguistica e la diseguaglianza si sono aggravate, malgrado le lodevoli
intenzioni espresse nei diversi trattati e nelle diverse costituzioni.
Inoltre nota che cresce continuamente la pressione sugli europei non solo
perché essi accettino l'idea che la lingua comune dell'Europa è ormai
l'inglese, ma anche perché investano molto tempo e molto denaro per
l'apprendimento di tale lingua
. Nota anche che malgrado ciò sono
rilevantemente favoriti i cittadini di madrelingua inglese, anche
nell'accesso ai posti di lavoro delle organizzazioni e delle imprese
europee.
Perciò il Congresso - pur riconoscendo l'importanza in molte situazioni
dell'apprendimento di lingue nazionali straniere - tuttavia fa notare che
per la maggior parte dei cittadini sarebbe estremamente utile disporre di
una lingua comune relativamente facile da imparare e non discriminatoria per
nessuno.
Il Congresso ritiene - sulla base dell'esperienza accumulata in oltre cento
anni - che una lingua pianificata neutrale, qual è l'esperanto, potrebbe
fornire una base reale per facilitare una comunicazione paritaria fra gli
europei.
Il Congresso quindi invita la Commissione Europea, e i governi nazionali in
Europa, a portare a compimento al più presto la volontà espressa dal
Consiglio dei Ministri nel 1995, confermata nel gennaio 2002, e a costituire
una Conferenza Permanente di rappresentanti nazionali, esperti, e uomini
politici, che esamini tutte le opzioni, compresa quella proposta dalla
lingua internazionale esperanto, anche organizzando apposite
sperimentazioni.
In conclusione, il Congresso afferma che il principio di una reale effettiva
parità di diritti, anche linguistici, tra tutti i cittadini dell'Unione,
deve essere inserito nel testo costituzionale che la Convenzione sta
preparando ed essere realizzato al più presto.