Graziano Ricagno

Come ha conosciuto Dr Ricagno l’ esperanto?

Me ne ha parlato mio padre fin da quando ero bambino. Lui era simpatizzante, ma solo in età adulta ho avuto contatto con esperantisti, precisamente al tavolo del MEETING di Rimini; in quell’ occasione ho acquistato una grammatica ed ho studiato la lingua. Mi è piaciuta subito.

Con due lauree, una specializzazione, un' attività professionale molto impegnativa di neuropsichiatra infantile, le consulenze per il Tribunale, interessi culturali e dopo aver studiato sei lingue tra antiche e moderne, chi le ha fatto fare lo sforzo di studiarne una settima ?

C' è un errore. Studiare esperanto non è stato uno sforzo, ma un piacere. Per preparare l' esame del primo livello, ho studiato un' ora la sera dopo cena durante i 15 giorni di vacanza al mare.

Continua tuttora a praticarla?

Certamente!

Per quale motivo?

Il motivo principale è che l’ esperanto mi piace.

Le serve anche in situazioni pratiche?

Certo; l’ ho usato più volte per incontrare e chiacchierare con esperantisti di varie parti del mondo in un’ atmosfera di straordinaria cordialità e con maggiore facilità che con altre lingue.

Che cosa vule dire con ciò?

Mi spiego con un esempio. Se qualche proprietario di strade o autostrade istituisse un’apposita corsia capace di garantire agli automobilisti viaggi sicuri e senza rallentamenti, riscuoterebbe un enorme successo. La cosa non è impossibile. Succede che quando passa un ministro o una corsa ciclistica, le strade vengono tenute libere per ore. Se fosse possibile fare ciò anche per i comuni cittadini? Chi facesse una cosa del genere renderebbe felici tutti quelli a cui piace una vita più facile e sicura. Questo fatto però ha almeno un’eccezione: il campo della comunicazione. Si sa che le lingue etniche presentano continue insidie dovute a modi di dire, frasi idiomatiche, eccezioni ecc. Per citare qualche esempio: “avere le scatole per traverso” non si riferisce ad una ditta di spedizioni; “to feel blue” (essere triste) non si riferisce ad un colorificio e “he jumped the gun” (anticipare i tempi) non è il gesto di un pistolero. A volte gli equivoci sono innocenti e fanno sorridere, ma, com’è risultato da un’inchiesta internazionale di qualche tempo fa, le difficoltà linguistiche hanno provocato anche incidenti aerei mortali.

Stranamente, molte persone, certamente interessate ad una vita più facile, non sentono l’esigenza di eliminare o ridurre al minimo le difficoltà di comunicazione.

Che cosa propone ?

Che per le comunicazion internazionali importanti si usi una lingua pianificata, formata con vocaboli a vasta diffusione internazionale, già abbondantemente collaudata e con il minimo di difficoltà e di possibilità di equivoci come l’ esperanto. Esso si legge rigorosamente come si scrive. Ha una grammatica semplicissima. Non ha eccezioni. L’accento tonico è fisso, cosicché non puoi sbagliare la pronuncia. L’ elenco di vantaggi potrebbe continuare. Una lingua con queste caratteristiche non può che ridurre al minimo i problemi della comunicazione.

I vocaboli?

L’ esperanto per costituzione usa le parole più diffuse a livello internazionale ed i parlanti di ogni lingua, specialmente quelle più diffuse nel mondo, ritrovano nell’ esperanto una serie di vocaboli che conoscono. Per esempio sono parole esperante: parole italiane come asfalto, libro, metro, mondo, salto, saluto, tempo, universo, vino ecc. ed altre sono così simili che le impari subito, come atmosfero, dento, piedo, korpo ecc. Gli inglesi trovano: helpo=aiuto, suno= sole, brancho= ramo ecc. Anche cinesi ed arabi possono trovare qualcosa delle loro lingue.

Allora l’esperanto è una specie di miracolo?

Non esageriamo, ma è molto utile certamente. Questa internazionalità e struttura interlinguistica servono come base propedeutica per imparare le lingue. Ciò è stato dimostrato con ricerche a livello universitario. Poi è straordinario che questa lingua, costruita 130 anni fa dall’ ingegno di un solo uomo, un medico polacco L.L. Zamenhof, stia facendo il giro del mondo e continui a vivere come volontariato culturale, nonostante la mancanza di mezzi finanziari e di appoggi politici. Terza cosa è la cordialità immediata che unisce gli esperantisti di tutto il mondo.

Ha anche qualche aggancio alla sua professione?

Sì, anche per questo ho continuato a interessarmi di esperanto nonostante il pochissimo tempo libero a disposizione. Nel mio lavoro incontro bambini e ragazzi che hanno difficoltà scolastiche, di logica, di appredimento delle lingue, di metodo di studio ecc. L' esperanto con la sua razionalità riduce i tempi di apprendimento delle lingue straniere (è stato dimostrato con ricerche a livello universitario), allena la mente all' uso delle correlazioni logiche, riduce al minimo l' ansia dell' imprevisto, tipica di tutte le lingue etniche, piene di trabocchetti come modi di dire, eccezioni, irregolarità ecc. Con l' esperanto invece vai sul sicuro. Dice poco per la psiche di un ragazzo? Vorrei che gli insegnanti si rendessero conto di questi vantaggi e lo insegnassero nelle scuole. Qualcosa viene già fatto, ma secondo me occorrerrebbe fare molto di più. Non dimentichiamo che la razionalità è uno strumento di libertà, ma anche di disciplina e può allenare utilmente al rispetto delle regole in un contesto come quello dell' esperanto dove le regole sono poche e chiare.