L’esperanto è una lingua creata verso la fine del XIX secolo come lingua internazionale completamente pianificata. Ciò vuol dire che, con un lavoro durato alcuni secoli cominciato da Cartesio, proseguito da Leibniz, portato a maturazione da Zamenhof e tuttora in corso, si sono venuti scegliendo quegli elementi delle lingue storico-naturali che meglio si prestano ad un uso internazionale, per una serie di motivi: presenza in più lingue, facilità di pronuncia, facilità ad essere usati in parole composte, ecc.. Il tutto funziona nel quadro di una “grammatica” logica, che esalta l’elasticità di uso dei singoli elementi lessicali e che è priva delle rigidità inerenti all’uso delle possibilità grammaticali di una singola lingua o di un gruppo di lingue simili. Come lingua interetnica non appartiene a nessun popolo perchè tutti si incontrano in parità e devono fare lo stesso, piccolo sforzo per studiarlo.
L’esperanto, appreso e correntemente utilizzato nel mondo da centinaia di migliaia di persone le quali si distinguono per il livello di consapevolezza con la quale perseguono il sogno di una lingua universale, è ancora oggi presente e vitale soprattutto nell’Europa centro-orientale e in questi ultimi tempi si sta diffondendo principalmente nell’area orientale dell’Asia e in Africa. La sua presenza come proposta credibile ed attuale per facilitare i rapporti tra paesi e culture diversi è testimoniata, tra l’altro, dal fatto che nel 2004 nell’annuale congresso mondiale che si è tenuto a Pechino erano presenti 2031 persone provenienti da 51 paesi; al congresso del 2005, tenutosi in Lituania, hanno partecipato circa 2200 persone da oltre 60 paesi. Nei primi giorni del mese di agosto 2006 il congresso mondiale si terrà a Firenze e al 31 marzo gli iscritti al congresso erano già oltre 1.600.
I motivi della sopravvivenza e della progressiva diffusione di questa lingua sono la sua semplicità sul piano grammaticale (le 16 regole, semplici ed essenziali, non hanno eccezioni), il suo rigore logico, la chiarezza della lettura e della pronuncia (ogni lettera dell’alfabeto ha sempre e soltanto lo stesso suono, per cui non possono nascere fraintendimenti tra il termine scritto e la sua lettura) e, infine, il fatto che essa non si presenti come lingua che tende a sostituirsi alle lingue nazionali ma come sussidiaria, mezzo ideale per trasferire con rigore concettuale, chiarezza espositiva e semplicità sul piano fonetico qualunque messaggio da una qualsiasi lingua nazionale.
Tutte le altre lingue vengono automaticamente poste su un piano di parità eliminando così alla radice ogni possibilità di colonizzazione culturale di paesi economicamente e militarmente più potenti a danno di paesi terzi. Non per nulla i cultori della lingua esperanto sono stati perseguitati, anche duramente, dalle dittature di destra e di sinistra del XX secolo.
Nessuno mette in discussione il fatto che, oggi, lo studio della lingua inglese rappresenta una scelta di concretezza e di realismo che porta a risultati anche sul piano economico e della possibile carriera personale, ma è importante sottolineare che affrontare la relativamente modesta difficoltà rappresentata dallo studio dell’esperanto significa introdurre nella nostra vita una componente ideale che tende a realizzare nel futuro la convivenza di tutti i popoli sulla base del rispetto assoluto della loro cultura e della loro lingua in un contesto di tolleranza e pacifismo. Con la scelta della lingua esperanto si vuole sostituire alla ragione della forza, per cui le grandi lingue soffocano le piccole, la forza della ragione, per cui tutte le lingue e tutte le culture hanno pari dignità e tra persone di lingua diversa si usa uno strumento neutrale che non avvantaggia alcuno dei partecipanti al processo di comunicazione.
La sua diffusione nel mondo
Alcuni dati possono dare un’idea della sua attuale diffusione nel mondo.
L’Associazione Universale Esperanto (UEA), i cui membri provengono dalle parti più attive della comunità esperantista, ha associazioni nazionali affiliate in 63 paesi.
Calcoli basati sul numero di testi didattici venduti e sull’affiliazione alle sezioni locali mostrano che il numero di persone con qualche conoscenza della lingua si pone sull’ordine dei milioni.
Ci sono esperantofoni in tutte le parti del mondo in paesi assai diversi tra loro come Brasile, Cina, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti e gruppi attivi in paesi come Bulgaria, Cuba, Iran, Madagascar,… .
In Italia gli iscritti alla Federazione Esperantista Italiana (IEF) sono circa 1.000 e rappresentano la parte più attiva e impegnata del gruppo, ben più numeroso, degli italiani che conoscono la lingua.
Ogni anno tutti gli iscritti alla UEA ricevono lo “Jarlibro” (Annuario) nel quale, tra altre cose, si pubblica l’elenco aggiornato delle persone sparse per il mondo che, specificando i settori nei quali possono operare, si dispongono a dare aiuto e assistenza agli esperantisti che ritenessero opportuno mettersi in contatto con loro per posta o via internet o che si trovassero a passare nella loro città. Lo Jarlibro 2005 riporta l’elenco di circa 2.000 persone che si sono impegnate a questo servizio, specificando indirizzo, telefono, e-mail, fax e la propria specializzazione: queste persone vivono in 95 paesi diversi, dall’Albania allo Zimbabwe.
Nel 1938 è stata fondata l’Associazione Esperantista Giovanile (TEJO), all’interno della quale è nato il (Servizio Passaporto): nell’anno 2005 è stato pubblicato un elenco di 1.364 indirizzi di esperantisti sparsi in 89 stati che si dispongono ad offrire pernottamento gratuito nella propria casa agli esperantisti che si trovassero in viaggio e c’è chi, dai giovani studenti ai pensionati che non hanno mai potuto fare una simile esperienza, ha programmato il giro del mondo utilizzando questa opportunità.
Il su citato Jarlibro riporta anche l’elenco di 79 associazioni sui più svariati argomenti (dall’agricoltura al vegetarianesimo) nelle quali si può condividere i propri interessi con esperantisti di tutto il mondo.
Ci sono trasmissioni radio giornaliere in lingua esperanto dalla Cina, Polonia e Corea; trasmissioni settimanali dalla Rai, dalla Radio Vaticana e da Cuba. Trasmettono in esperanto anche diverse radio locali, di cui 2 in Brasile, 2 in Francia, in Australia, Svezia e Isole Canarie.
Molteplici sono i siti e i gruppi di discussione in esperanto su internet.
Categorie particolari di persone, come i non vedenti, hanno trovato nell’esperanto una grande semplificazione nei loro rapporti internazionali.
Verifiche ed esperimenti effettuati in paesi diversi
1925-1931, Columbia University, New York, USA: 20 ore di esperanto danno un risultato superiore a 100 ore di francese, tedesco, italiano o spagnolo.
1947-1951, Sheffield, Gran Bretagna (dal 1948 anche a Manchester): un bambino apprende in 6 mesi tanto esperanto quanto francese in 4 - 5 anni; dopo alcuni mesi di esperanto si ottengono migliori risultati nell’apprendimento delle altre lingue.
1958-1963, scuola media di Somero, Finlandia: sotto il controllo del Ministero dell’Istruzione si è verificato che gli alunni, dopo un corso di esperanto, sapevano raggiungere un livello in tedesco superiore a quello degli alunni che studiavano solo il tedesco, anche se più a lungo.
1962-1963, Università di Budapest, Ungheria: confronto fra esperanto, russo, inglese e tedesco; l’apprendimento dell’esperanto risulta di gran lunga più facile rispetto a tutte le altre lingue. In seguito a ciò questa università ha introdotto l’esperanto come lingua utilizzabile nel corso degli studi dell’ateneo.
1983-1988, scuola elementare Rocca di San Salvatore (GE): gli alunni che studiano prima esperanto e poi francese raggiungono un livello superiore rispetto a quelli che studiano solo francese.
Dal febbraio 1975 il Professor Helmar Frank e l’Istituto di Pedagogia Cibernetica dell’Università di Paderborn (Germania) hanno verificato scientificamente l’effetto propedeutico dell’insegnamento dell’esperanto nella scuola elementare come preparazione allo studio successivo dell’inglese da parte di alunni tedeschi. In anni successivi si aggiungono alla sperimentazione altre classi in Germania, Francia, Italia ed ex Jugoslavia. In tutte le classi si constata un miglioramento delle capacità di apprendimento dell’inglese successivamente insegnato.
Nel settembre ‘93 in Italia, Russia, Ucraina, Uzbekistan e Kazakistan è iniziato un esperimento detto “Insegnamento di Orientamento Linguistico” sotto il controllo scientifico dell’Istituto di Cibernetica di Paderborn (vedi paragrafo precedente) e dell’Accademia Internazionale delle Scienze di San Marino. Nel 1994 si aggiungono classi sperimentali slovene, austriache e ungheresi.
Il metodo detto “di Paderborn”, utilizzato in questa fase sperimentale, sfrutta la semplicità, la regolarità, la mancanza di eccezioni e la chiarezza proprie dell’esperanto per stimolare la comprensione delle strutture delle altre lingue e, conseguentemente, per migliorare la capacità e la predisposizione ad apprenderle. Il risultato è che, paragonando la conoscenza dell’inglese in due classi della stessa età che abbiano la prima studiato 2 anni di esperanto e 2 anni di inglese e la seconda 4 anni di inglese, si constata che gli alunni della prima sanno l’inglese meglio di quelli che lo hanno studiato 4 anni.
1993-1997, in Italia si sperimenta l’esperanto “come lingua propedeutica allo studio delle lingue straniere nella scuola elementare” nella Scuola Gaetano Salvemini di Torino. Sono coinvolte tre classi. In seconda e terza classe gli alunni imparano l’esperanto di base e lo usano per comunicare a livello internazionale con altre scuole. In quarta e quinta due classi passano una allo studio dell’inglese e l’altra allo studio del francese. Dall’anno scolastico 1994/95 questa sperimentazione è autorizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione. La valutazione conferma l’efficacia propedeutica dell’insegnamento dell’esperanto a bambini italiani per il migliore e più rapido apprendimento successivo del francese e dell’inglese.
Come studiare l’esperanto
Per apprendere questa lingua sono sufficienti pochi mesi e, dopo alcune lezioni per mettere a fuoco i fondamenti della pronuncia e della grammatica, si può approfondire lo studio per conto proprio. Si noti che la lingua inglese, per quanto semplice, richiede invece parecchi anni di studio, particolarmente se si desiderano acquisire, oltre alla semplice grammatica di base, la corretta pronuncia, l’intonazione e le numerosissime espressioni idiomatiche, che costituiscono praticamente la metà di ogni normale testo o conversazione.
La partecipazione ai corsi di esperanto è quasi gratuita. Infatti le associazioni esperantiste sono costituite da volontari e non hanno fini di lucro. Si confronti con i prezzi dei corsi di lingue privati, spesso nell’ordine delle molte centinaia di euro.
Mandando una e-mail a:
Per gli italiani ci sono oggi disponibili diversi vocabolari, dai più semplici ai più completi. In lingua esperanto si trovano poi dizionari specifici nei settori più diversi (dalla ferrovia alla medicina, filosofia, scienza, …) per chi abbia esigenza di affrontare temi al più alto livello specialistico.
Ogni anno si tengono in diverse nazioni dei convegni internazionali esperantisti. Partecipando a tali convegni, i giovani incontrano centinaia di ragazzi e ragazze di tutto il mondo, scoprono altre culture ed altri modi di vita, si confrontano sui temi d’attualità. Inutile dire che la partecipazione a tali convegni è sovente offerta a prezzo di costo: una settimana in Germania, ad esempio, a pensione completa e comprendendo conferenze, escursioni, concerti ed altro, costa circa 90 euro; possibilità analoghe esistono in tutta Europa e naturalmente in Italia.
Attraverso l’esperanto si accede ad una vastissima cultura mondiale. Pur restando fermo il principio che è insostituibile la lettura in lingua originale delle grandi opere letterarie, in esperanto si trovano le traduzioni di tutti i migliori libri di tutte le letterature, dalla Bibbia al Corano, dalla Divina Commedia al Kalevala, da Goethe a Shakespeare, a Tolstoj; esistono antologie delle letterature giapponese, cinese, australiana, brasiliana; esistono anche centinaia di libri originali: romanzi gialli, biografie, umorismo, teatro, tutto ciò che si può desiderare di leggere.
Uno dei modi più affascinanti per iniziare ad usare la lingua internazionale è la corrispondenza (cartacea o elettronica che sia). Le possibilità per trovare corrispondenti sono innumerevoli e vanno dalla pubblicazione di annunci su periodici esperantisti alla ricerca di indirizzi, magari di partecipanti ai congressi oppure utilizzando il servizio “Esperanto Koresponda Servo” (Servizio di corrispondenza in esperanto), di cuò studiare a livello universitario in esperanto non soltanto a Budapest. Nell’Accademia Internazionale delle Scienze San Marino (AIS), università riconosciuta come ente giuridico nella Repubblica di San Marino (ma non ancora in Italia), gli insegnamenti sono in varie lingue, ma l’esperanto è la lingua di maggior uso e quella in cui si devono presentare le dissertazioni per il diploma finale. Presso l’AIS si possono conseguire i titoli accademici di “bakalau’ro”, “magistro”, “doktoro”, “habilitdoktoro”, che corrispondono come impegno di studio, più o meno ai vecchi titoli italiani: diploma universitario, laurea quadriennale, diploma di perfezionamento e dottorato di ricerca. Per i nuovi titoli dell’università italiana riformata ci sarà una tabella di confronto. Chi ha già titoli nazionali, può farli “adottare” dall’AIS, cioè conseguire un titolo dell’AIS corrispondente a quello nazionale, sostenendo alcuni esami integrativi. L’impegno che l’AIS richiede è maggiore di quello richiesto nelle università nazionali, ma il prestigio che dà nella comunità esperantofona è del pari maggiore. L’AIS non cura tutto lo scibile universale, ma predilige studi che riguardano l’internazionalità della scienza, e che non sempre si trovano nei curricula delle università nazionali: eurologia, pedagogia cibernetica, turismo, storia della scienza, letteratura comparata; ma ha pure, ovviamente, alcuni corsi in discipline più tradizionali, come informatica, matematica, filosofia, statistica. I docenti appartengono ad università qualificate come per esempio Gottinga, Bonn, Monaco, Torino, Padova, Roma, Vienna, Paderborn, Uppsala. Tra i docenti c’è un premio Nobel e membri di accademie scientifiche nazionali ed internazionali.
Questa descizione della lingua esperanto è il risultato di un assemblaggio di articoli e note preesistenti. Gli esperantisti non sono condizionati da alcun diritto di autore su questo tema: si lavora tutti insieme per la diffusione di una idea che vuole realizzare un mondo in cui, almeno come lingua attraverso cui dialogare, ci si possa sentire tutti uguali.
Su questo piano esiste una profonda sintonia con l’ideale di fratellanza che è a fondamento della Società Teosofica.
Il professor Pier Michele Giordano è socio del Gruppo “Armonia Cosmica” di Torino.